Durante la tradizionale conferenza stampa annuale, svoltasi a Roma il 28 dicembre a Villa Madama in diretta tv, il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che il governo “non ha inteso commissariare l’Inpgi, ma ha concesso ulteriori sei mesi di tempo (fino al 30 giugno 2020) per rispettarne l’ autonomia”.
Il premier ha poi aggiunto che “il governo è disposto a fare la propria parte, ma anche l’Istituto dovrà fare la sua, nel senso che dobbiamo garantire comunque la stabilità finanziaria. I conti devono essere tenuti in ordine. Da gennaio partirà un tavolo tecnico. Io spero che anche questa vertenza troverà soluzione”.
Il giornalismo ha spiegato Conte è “fondamentale per il funzionamento della democrazia”. In particolare, ha aggiunto, “la norma appena introdotta che prevede la possibilità di inserire nelle redazioni profili non giornalistici non è uno schiaffo alla professione giornalistica che il governo rispetta, ma avviene nella prospettiva di una riconversione digitale e di un rilancio di un’azienda. Una competenza digitale specifica può essere particolarmente utile. Le aziende non sono obbligate ad assumere, ma possono farlo sulla base di un dialogo con i sindacati. Non è una compressione o uno svilimento della professione giornalistica. Di competenze digitali c’è sempre più bisogno”.
In merito alla difficile situazione che sta attraversando il mondo del giornalismo, Conte ha spiegato che “in un contesto in continua evoluzione bisogna anche porsi in sintonia con l’evoluzione del mercato. È la regola della competizione e vince chi si mostra più innovatore”.
Al termine della conferenza stampa, il premier Giuseppe Conte ha incontrato i rappresentanti di INPGI, Ordine dei Giornalisti, Casagit, FNSI.