CONSIGLIO DI STATO / DIRITTO DI ACCESSO: SUSSISTE L’INTERESSE PUBBLICO NELL’ATTIVITA’ DI GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI ENTI DI PREVIDENZA PRIVATIZZATI

Con una recente sentenza il Consiglio di Stato è intervenuto sul tema della facoltà di accesso agli atti inerenti il processo di costituzione del Fondo immobiliare “Giovanni Amendola” da parte di un iscritto all’Ente, riconoscendo il diritto di quest’ultimo a prendere visione di una parte della documentazione. La decisione del Consiglio di Stato si basa sul  presupposto che – sebbene il patrimonio immobiliare afferisca all’attività privatizzata degli Enti – l’attività di gestione che incida in misura rilevante sullo stesso assume rilievo ai fini della corrispondente funzione previdenziale alla quale detto patrimonio è destinato in parte a garantirne la concreta attuazione.

La pronuncia esprime una posizione che, sebbene non inedita, confligge con altri orientamenti dell’Organo giudicante. Infatti, in altri casi sempre in tema di gestione del patrimonio immobiliare degli Enti previdenziali privatizzati, la Giustizia amministrativa si è espressa nel senso di confinare detta attività nel mero ambito privatistico, sottraendola così dal campo di applicazione del diritto di accesso.

L’Inpgi – nel rispettare quanto statuito dal Collegio giudicante –  darà ovviamente attuazione alla sentenza nei confronti del ricorrente. 

Tuttavia, è opportuno ribadire che l’Ente applica correttamente  i principi e le normative esistenti, volti a tutelare la trasparenza e l’accesso agli atti, avendo come obiettivo prioritario  la salvaguardia degli interessi superiori dell’Istituto e dei propri iscritti.

Prova ne è che sul sito dell’Inpgi, nella sezione “trasparenza”, sono pubblicati gli atti principali relativi alla costituzione del Fondo immobiliare, a partire dal bando di gara e della relativa  delibera di aggiudicazione e comprensivi di contratto, Regolamento del Fondo  e bilanci contenenti le stime di apporto dei beni immobili confluite nel Fondo.

Il conferimento del patrimonio immobiliare, infatti, la sua stima e  le attività connesse hanno costituito da subito oggetto di ampio dibattito negli Organismi collegiali dell’Istituto: tutta la documentazione richiesta è stata, anch’essa, oggetto di scrutinio da parte dei rappresentanti della categoria. Sicchè, predicarne una sua segretezza (o, peggio, adombrare una non meglio specificata opacità nella gestione) risulta del tutto fuori luogo. 

Il sistema di garanzia in tema di tutela dell’interesse della categoria ad una buona gestione del patrimonio dell’Ente, tra l’altro, si completa con la presenza totalizzante dei rappresentanti eletti dai giornalisti in seno al Comitato di comparto del Fondo, che ha la supervisione della gestione medesima.

E’ a tutti noto, che solo grazie ad un’attenta valorizzazione dell’intero patrimonio l’Ente ha potuto contenere gli effetti strutturali della crisi della professione giornalistica, garantendo il pagamento delle pensioni pur a fronte di uno strutturale ridimensionamento dei contributi versati.

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