CONTRATTI / MACELLONI: “PIU’ ATTENZIONE AI REDDITI DELLE DONNE DA PARTE DI SINDACATI E DIRETTORI”

La Commissione Pari Opportunita’, l’Ordine dei giornalisti del Lazio, l’INPGI ed altre associazioni di categoria, hanno organizzato lo scorso 14 marzo, nella sede della Fnsi a Roma, l’evento formativo ” Cronache del Dissenso: Media, molestie sessuali, disparita’ “, aperto a registe, attrici e colleghe giornaliste di carta stampata, agenzie di stampa, tv e web.

Durante il suo intervento, la presidente dell’INPGI, Marina Macelloni ha illustrato la disparita’ salariale esistente ancora oggi nelle redazioni media tra giornalisti uomini e colleghe donne. “Ho notato che la maggior parte del divario tra donne e uomini si registra sulle posizioni alte e sulle eta’ avanzate – ha sottolineato – e si assottiglia tra i 35 e i 45 anni per poi aumentare di nuovo nei lavori di primo ingresso, ossia  praticanti e redattori con meno di 30 mesi di anzianita’, questo significa che  non solo non riusciamo e non siamo riusciti a ridurre il gender pay gap  ma aumentano le condizioni perche’ questo divario continui ad esistere ed ampliarsi. Se neanche nel ruolo di redattore ordinario si riesce ad ottenere che a parita’ di lavoro di ingresso alla professione corrisponda la stessa parita’ di retribuzione, vuol dire che non c’e’ via di uscita. Sulla base delle dichiarazioni pervenute all’INPGI, nel 2017 la retribuzione salariale media delle donne giornaliste e’ stata pari ad oltre 52 mila euro contro una busta paga dei colleghi giornalisti uomini pari a 65 mila euro. Anche per quanto riguarda i giornalisti INPGI2, la disparita’ e’ evidente. Una situazione che, oltre la questione redditi e lavoro, tocchera’ le future pensioni”.

Le donne hanno e avranno pensioni inferiori rispetto agli uomini perche’ escono prima dal mondo del lavoro per occuparsi della famiglia, degli anziani, dei nipoti, dei bambini e questo vuol dire che non hanno il tempo lavorativo sufficiente per maturare una pensione adeguata  e all’altezza dei loro colleghi”, aggiunge Macelloni. “Come INPGI abbiamo aumentato la copertura di rischi per il lavoratore autonomo nella gestione separata ,che non avevamo. So che e’ l’amministratore della singola testata editoriale a decidere i compensi, so per certo pero’ che anche i direttori possono dire la propria.

Lancio quindi un appello ai direttori e al sindacato affinche’ nel prossimo contratto si occupino di piu’ dei redditi delle donne perche’ senza redditi non c’e’ pensione non c’e’ futuro non c’e’ giustizia”, conclude Macelloni.

L’Obiettivo dell’incontro che si e’ tenuto in Fnsi e’ stato quello di far crescere una cultura della denuncia in grado di mobilitarsi contro molestie e disparita’. Partendo dal manifesto, e dalle denunce di molestie di alcune delle piu’ note protagoniste dei palcoscenici italiani, anche le giornaliste italiane riaffermano cosi’ la necessita’ di un cambiamento del sistema culturale della societa’. Ad oggi, sono oltre 450 giornaliste italiane, tra cui volti noti della tv, rappresentanti della giunta esecutiva della Fnsi e degli enti di categoria come l’INPGI, ad aver firmato la petizione online contro le molestie sessuali e le disparita, nei salari e nelle carriere, chiedendo cosi’ un forte ruolo dell’informazione nella battaglia delle donne contro gli abusi. 

 Le giornaliste interessate ad aderire all’iniziativa, possono firmare l’appello al seguente link

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