CORTE D’APPELLO DI ROMA CONDANNA SOCIETA’ EDITRICE A RISARCIRE INPGI PER 150 MILA EURO

In una sentenza, la Corte di Appello di Roma ha riconosciuto la natura subordinata dei rapporti di lavoro di 4 giornalisti pubblicisti di una societa’ del nord Italia che opera nel campo dei periodici. Il giudice di secondo grado, rigettando l’opposizione della societa’ editrice, ha confermando in favore dell’Inpgi il diritto ai contributi assicurativi per l’importo complessivo di € 145.447,00 oltre alle sanzioni ed alle spese legali.

La Corte, in particolare, ha riconosciuto la natura subordinata dei rapporti di lavoro intercorsi con 4 giornalisti pubblicisti inquadrati dalla societa’ con contratti di collaborazione autonoma e ritenuti, invece, dall’Istituto di Previdenza dei Giornalisti, redattori a tutti gli effetti (3 giornalisti) e collaboratore fisso (il quarto giornalista).

L’Inpgi – si legge nella sentenza – ha correttamente considerato di natura subordinata i rapporti di lavoro instaurati con la societa’, essendo emerso dall’istruttoria la presenza di tutti gli indici rivelatori della natura subordinata del rapporto di lavoro e dello svolgimento di attivita’ giornalistica: continuita’ del rapporto, pieno inserimento del lavoratore nell’attivita’ redazionale, utilizzazione di strumenti di lavoro forniti dalla casa editrice, preposizione in via stabile a settori d’informazione, disponibilita’ a svolgere, in caso di necessita’, compiti diversi ed ulteriori rispetto a quelli abituali. Risulta dunque corretta la qualifica di redattore attribuita ai giornalisti considerata anche la quotidianita’ della loro prestazione. Con questa ulteriore condanna, si dimostra quanto l’attivita’ ispettiva dell’Ente, efficacemente supportata dall’azione del servizio legale, sia un’importante tutela in casi di abuso all’interno delle redazioni giornalistiche.

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