INPGI AL FESTIVAL DEL LAVORO DI TORINO: “REDDITI PIU’ DIGNITOSI PER I GIORNALISTI”

“Lavoro dignitoso vuol dire avere reddito dignitoso e cosa importante una pensione dignitosa e adeguata alle esigenze di vita”. E’ quanto dichiarato da Mimma Iorio, Direttore Generale INPGI, durante la tavola rotonda dal titolo: “Competitivita’ e rispetto della persona: un binomio possibile” che si e’ tenuta al Festival del Lavoro di Torino. “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad uno spostamento fisico dei lavoratori dipendenti verso lavori autonomi. Oggi su 18 mila giornalisti iscritti ad INPGI sia come dipendenti che co.co.co. o liberi professionisti, solo in 3 mila svolgono contemporaneamente due lavori. Tutti gli altri hanno dovuto abbandonare la professione da dipendente per via della crisi (solo lo scorso anno 7 mila persone erano in cassa integrazione e solidarieta’) diventando o collaboratore free lance o libero professionista”.

Dolente anche il capitolo retribuzioni. “Di tutti gli iscritti alla gestione separata INPGI come liberi professionisti – prosegue Iorio – chi guadagna decentemente sono meno del 3%. Tra i liberi professionisti, il 63% ha un reddito inferiore ai 10 mila euro. Di questi, il 23% a noi dichiara zero. Ovvero paga solo il contributo minimo. L’altro 20% guadagna fino a 2 mila euro”. Difficile anche la situazione di chi ha un posto di lavoro fisso. “Nel mondo dei dipendenti, in molti sono usciti, chi e’ invece rimasto si e’ visto ridotto il reddito di quasi 4% per effetto dell’applicazione degli ammortizzatori sociali. Mediamente i giornalisti dipendenti si sono visti ridotto il loro orario di lavoro, con i cosiddetti contratti di solidarieta’, intorno al 30% e perso il 20% della loro retribuzione”.

Il festival e’ stata l’occasione per fare anche il punto sui nuovi strumenti previsti dal Jobs Act. Poco pio’ di 1 milione di disoccupati potra’ ad esempio richiedere l’assegno di ricollocazione, per favorire la ripresa dell’attivita’ lavorativa, che attualmente e’ solo in fase di sperimentazione. La stima emerge da uno studio dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro sui dati CICO (Campione Integrato delle Comunicazioni Obbligatorie), forniti dal Ministero del Lavoro, in seguito all’avvio della sperimentazione da parte dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro Anpal su una platea di 30 mila soggetti, cui ha risposto solo il 10% degli interessati (circa 3 mila persone).

Hanno diritto all’assegno di ricollocazione, introdotto dalla riforma del lavoro di Renzi, i percettori di Naspi da almeno 4 mesi, che abbiano caratteristiche di professionalita’ ed occupabilita’ ben precise. L’assegno e’ graduato in base alla professione (varia da 250 a 5.000 euro) e spendibile presso i Centri per l’impiego pubblici, le agenzie per il lavoro private ed i consulenti del lavoro accreditati. Guardando ai dettagli dello studio, emerge che prevalgono gli uomini con il 53% di risposta, residenti al Nord o al Sud Italia (40%) e di eta’ superiore a 30 anni. Altra caratteristica e’ l’assenza di diploma (nel 63% dei casi).

Le regioni del Nord Italia assorbono la meta’ dei soggetti “altamente” e “mediamente” rioccupabili, mentre quelle meridionali prevalgono per numero di “esclusi” e di potenziali beneficiari dell’assegno per il reinserimento. A livello geografico, la Lombardia guida la classifica, con circa 133 mila potenziali beneficiari, seguita dalla Campania (123 mila), dal Lazio (93 mila) e a breve distanza dalla Sicilia (92 mila).

Di seguito il filmato con l’intervento del Direttore generale INPGI Mimma Iorio al festival del Lavoro 2017

 

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