EDITORIA: IL DECRETO SUGLI AMMORTIZZATORI IMPORTANTE MA NON SUFFICIENTE

L’entrata in vigore nel 2018 scarica nuovi costi sull’Inpgi

Qui il link diretto al decreto legislativo del 15 maggio 2017 n°69

 

Il Decreto legislativo sugli ammortizzatori sociali, approvato la scorsa settimana dal Governo, è un passo importante ma non sufficiente per il risanamento di un settore, l’editoria, in crisi strutturale ormai da un decennio. E’ sicuramente positivo che siano stati alzati i requisiti anagrafici e contributivi per poter accedere ai prepensionamenti rendendoli coerenti con la riforma appena varata dall’Inpgi.

E’ altrettanto positivo che   sia stato esteso alle aziende editoriali il regime già in vigore per gli altri comparti industriali in materia di accesso agli ammortizzatori sociali, in particolare per quanto riguarda la durata del beneficio e l’introduzione di un contributo addizionale. Ed è anche positivo e necessario chiudere gli stati di crisi e i piani di ristrutturazione avviati negli anni passati grazie alla norma transitoria.

Peccato che il provvedimento non contenga misure di rilancio industriale e di sostegno dell’occupazione come se il futuro dell’editoria in Italia possa essere limitato al ricorso agli ammortizzatori sociali e all’espulsione dei dipendenti senza alcuna ipotesi di sviluppo.

E peccato che l’entrata in vigore del provvedimento sia stata rinviata al primo gennaio 2018. In questo modo si prefigura il forte rischio che da qui alla fine dell’anno si possano scaricare sull’Istituto nuovi pesanti oneri per ammortizzatori sociali e stati di crisi ancora con le vecchie regole più generose e a valere per i prossimi due anni. E questo proprio nel momento in cui l’Inpgi, che non ha nessun ruolo nel processo decisionale degli stati di crisi, è impegnato in un grande sforzo di autoriforma che ha l’obiettivo di mettere in sicurezza i conti nel lungo termine. Solo nel 2016 la spesa per ammortizzatori sociali sostenuta dall’Inpgi è stata pari a 36,8 milioni (167,5 milioni negli ultimi cinque anni) e oltre 7mila giornalisti sono stati tutelati da forme di welfare erogate dall’Istituto. Questo sì che è  stato  un vero e proprio investimento che ha consentito a molte aziende di non chiudere e a molti colleghi di mantenere il posto di lavoro.

SINTESI DELLE NUOVE REGOLE IN TEMA DI AMMORTIZZATORI SOCIALI E DI PREPENSIONAMENTO PER I GIORNALISTI

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