Con due recenti sentenze i Giudici hanno confermato la fondatezza delle argomentazioni da tempo sostenute dall’INPGI in tema di assoggettamento a contribuzione degli importi corrisposti in sede transattiva e di efficacia privilegiata dei verbali ispettivi redatti dai funzionari dell’ente.
La prima sentenza emessa dal Tribunale di Roma è una importante conferma del diritto dell’INPGI previdenziale ad ottenere il versamento dei contributi su importi corrisposti in sede di transazione tra datore e lavoratore, seppur qualificati come corrisposti in via novativa ovvero con voci retributive ritenute esenti da contribuzione.
La sentenza ha ribadito l’ampio potere dell’Ente, e conseguentemente del Giudice, di effettuare un accertamento che vada al di là del dato letterale e del nomen iuris attribuito agli importi corrisposti in fase transattiva. Nel caso di specie sono state accolte le argomentazioni dell’Istituto volte a smontare il costrutto difensivo di controparte fondato sull’aver qualificato le somme corrisposte in occasione della conciliazione ai sensi dell’art. 18, comma 5 , dello statuto dei lavoratori, importo che di per sé risulterebbe per legge omnicomprensivo e del tutto esente dall’obbligo contributivo.
La seconda decisione è un’ulteriore conferma della valenza attribuita ai verbali ispettivi e alle dichiarazioni rese in sede di accertamento, quale contributo al quadro istruttorio emergente in giudizio.
Nel caso concreto la Corte di Appello, in accoglimento della tesi sostenuta dai legali dell’Istituto, ha confermato la legittimità delle richieste avanzate dagli ispettori con verbale di accertamento, stante la omogeneità e il contenuto concorde di quanto confermato in udienza dai testimoni con le dichiarazioni rese da altri giornalisti in sede ispettiva, nonostante la presenza di altre testimonianze di segno contrario.