INPGI A REGGIO CALABRIA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTA’ DI STAMPA

Lo scorso 3 maggio si è celebrata a Torino, Reggio Calabria e Milano la Giornata mondiale della libertà di stampa per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza, per fare il punto sulla professione in tutto il mondo e per rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione. Alle celebrazioni a Reggio Calabria hanno partecipato tra gli altri il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, il vicesegretario aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria Carlo Parisi e i vertici dell’Inpgi. Lorusso ha centrato il suo intervento sui temi delle intimidazioni ai cronisti, delle querele temerarie e del lavoro, osservando come oggi ci siano “troppa precarietà e mancanza di diritti” nel lavoro giornalistico. “E’ vero che la crisi c’è stata e per molti versi c’è ancora ma abbiamo perso per strada i temi dei diritti e delle garanzie”. Carlo Parisi ha lanciato un vero e proprio appello ai giornalisti: “Difendete la vostra dignità – ha detto aprendo i lavori – difendete i vostri diritti, il vostro, il nostro lavoro”. La presidente dell’Inpgi Marina Macelloni ha sottolineato il ruolo dell’Istituto che con gli ammortizzatori sociali, pagati in autonomia e senza ricorrere a fondi pubblici,  tutela i colleghi nel momento più difficile della loro vita professionale. “Solo nel 2016 – ha detto – oltre 7mila colleghi sono stati aiutati dall’Inpgi con sussidi di disoccupazione, cassa integrazione e solidarietà. Questo è uno dei motivi per cui è giusto che l’Inpgi ci sia, che sia solido e che tutti noi lo difendiamo”.

Il ricordo dell’agguato mortale delle Brigate Rosse al vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno ha aperto la decima Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafia e terrorismo. “Questo non è un omaggio a chi non c’è più – ha detto il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti – ma un motivo di speranza a chi c’è oggi”.  “l’Emarginazione professionale – ha detto il presidente dell’Unci Alessadro Galimberti – comincia nei luoghi di lavoro. L’isolamento unano professionale e civile di tanti giornalisti ha fatto sì che questi colleghi lasciati soli diventassero bersagli di un messaggio di odio e violenza”. Il presidente della Casagit e della Fondazione Paolo Murialdi, Daniele Cerrato, ha infine lanciato la proposta di realizzare un libro che raccolga le storie dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo attraverso le testimonianze dei familiari e dei loro colleghi.

 

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