ISPEZIONI INPGI: OLTRE 3 MILIONI DI CONTRIBUTI ACCERTATI NEL 2018. ASSICURATI E MESSI IN REGOLA 58 RAPPORTI DI LAVORO

Anche nel 2018 e’ proseguita l’attivita’ di ispezione da parte degli uffici dell’INPGI, a fronte della quale si conferma la persistenza di una certa quota di comportamenti irregolari ad opera di alcune imprese editoriali che non hanno versato i contributi previdenziali dovuti per legge all’Istituto a seguito dell’impiego di personale giornalistico all’interno delle redazioni.

Secondo la relazione del Servizio sviluppo organizzativo, studi e vigilanza INPGI, nel 2018 a seguito di 79 ispezioni effettuate dall’Ente, di cui 25 solo nel secondo semestre, sono emerse irregolarita’ che hanno comportato un mancato versamento all’ente di oltre 3 milioni di euro di contributi previdenziali e l’addebito di sanzioni nell’ordine di 800 mila euro. Si tratta di importi che fanno riferimento alla Gestione Sostitutiva dell’AGO. L’importo totale della contribuzione versata dalle imprese editoriali che hanno scelto di mettersi in regola prima ancora di formali contestazioni e’ stata, inoltre, pari a 378 mila euro.

Le ispezioni dell’Ente si sono svolte per il 48% al nord, il 28% al sud e 24% al centro ed hanno riguardato aziende on line, uffici stampa aziendali e della P.A., emittenti televisive e radiofoniche, service editoriali, periodici.

RAPPORTI DI LAVORO NON DENUNCIATI ALL’INPGI (Gestione Sostitutiva dell’AGO)

Lavoro formalmente autonomo – 47 casi irregolari

Nel corso del 2018, sono 47 i rapporti di lavoro, formalmente qualificati a vario titolo come collaborazioni da lavoro autonomo, per i quali e’ stata invece accertata la natura di lavoro dipendente a tutti gli effetti. L’importo dei contributi non versati all’Istituto per tale titolo di addebito e’ stato pari ad oltre un milione di euro.

Lavoro subordinato con inquadramento formalmente non giornalistico e versamento di contributi ad altro Ente previdenziale – 38 casi irregolari

Ammontano invece a 38 le posizioni lavorative nell’arco del 2018 in cui il giornalista, benche’ regolarmente assunto e adibito a mansioni giornalistiche, e’ stato formalmente inquadrato con qualifiche diverse (impiegato amministrativo, addetto alla programmazione di trasmissioni radio-tv, speaker, grafico editoriale, operatore di ripresa tv, autore testi per programmi radio-tv, ecc.) con pagamento della contribuzione previdenziale all’INPS, all’ex ENPALS o all’ex INPDAP ma non all’INPGI. I contributi omessi o evasi nel 2018 per questa categoria di lavoratori ammontano ad oltre 1,8 milioni di euro.

Elementi retributivi non assoggettati a contribuzione

Nel 2018 sono stati inoltre rilevati addebiti connessi a erogazioni riconducibili a fringe benefits che hanno comportato un recupero contributivo annuale di oltre 33 mila euro.

GESTIONE SEPARATA, CONTRIBUTI OMESSI PER OLTRE 737 MILA EURO

Nel 2018 l’INPGI ha accertato anche irregolarita’ inerenti la gestione separata. In particolare, l’ammontare complessivo dei contributi evasi o omessi e’ stato pari ad oltre 737 mila euro, che hanno comportato sanzioni nell’ordine di 362 mila euro.
Sono 54 le posizioni di giornalisti di fatto titolari di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa non denunciati lo scorso anno ad INPGI. Dall’attivita’ ispettiva sono emerse, inoltre, 12 posizioni di giornalisti titolari di redditi da lavoro autonomo per prestazioni professionali non denunciati all’Istituto, che si e’ attivato in via amministrative per il recupero dei relativi obblighi contributivi non assolti.

ASSICURATI E REGOLARIZZATI 58 RAPPORTI DI LAVORO PER UN IMPORTO DI 1,4 MILIONI

Molte aziende editoriali nel corso dell’anno passato si sono messe in regola, pagando i dovuti contributi previdenziali ai giornalisti ed assolvendo cosi’ gli obblighi di legge.

Questo ha comportato un abbattimento del contenzioso legale superiore al 50% delle irregolarita’ riscontrate, per un totale di 1,4 milioni di euro, con la regolarizzazione di 58 rapporti di lavoro. In particolare le aziende hanno provveduto a regolarizzare le inadempienze emerse sia tramite il pagamento dei contributi omessi che avvalendosi degli strumenti amministrativi predisposti per il trasferimento della contribuzione previdenziale versata ad altro Ente.

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