IN ITALIA IL CALO DEL TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E’ TRA I PIU’ IMPORTANTI IN EUROPA (-6,9%)

Le condizioni economiche dell’Unione europea sono in netto miglioramento e di conseguenza anche l’occupazione.

A indicarlo e’ il rapporto trimestrale della Commissione europea sulla situazione dell’occupazione e sociale. Rispetto all’anno precedente l’occupazione nell’UE e’ aumentata dell’1,7%, che equivale a 4 milioni di occupati in piu’ di cui 2,7 milioni nella zona Euro.

Si tratta del livello piu’ alto mai registrato con piu’ di 236 milioni di persone occupate.  In particolare, per quanto riguarda l’Italia, si registra una diminuzione del tasso di disoccupazione giovanile tra i piu’ importanti in Europa (-6,9%), pur rimanendo elevata la quota di disoccupati nella fascia di eta’ 16-25 anni. Nel rapporto e’ riconosciuto che l’Italia ha contribuito fortemente, con Francia e Spagna, alla diminuzione dei livelli di disoccupazione del continente con una quota di 270.000 occupati in piu’ nel trimestre considerato.

 

Il maggiore contributo a questa crescita viene dai posti di lavoro a tempo indeterminato e dall’occupazione a tempo pieno: tra il terzo trimestre del 2016 e il 2017 il numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato e’ cresciuto di 2,8 milioni, un aumento di tre volte superiore a quello dei contratti a tempo determinato (900 000). Il numero di lavoratori a tempo pieno e’ cresciuto di circa 3 milioni fino a raggiungere i 181 milioni, mentre i lavoratori a tempo parziale hanno registrato un aumento di 300 000 unita’ fino a raggiungere i 42,7 milioni.

 

Il tasso di occupazione nell’UE per la fascia d’eta’ 20-64 anni e’ aumentato costantemente nel corso degli ultimi tre anni, attestandosi al 72% nel terzo trimestre del 2017: si tratta del tasso piu’ alto mai registrato. Permangono tuttavia grandi disparita’ tra gli Stati membri: i tassi di occupazione nazionali variano dal 58% della Grecia all’82% della Svezia. Dalla relazione emerge inoltre che la disoccupazione nell’UE si sta avvicinando a ritmo costante ai livelli precedenti alla crisi. Dopo il picco registrato nell’aprile 2013 il numero di disoccupati e’ calato di circa 8,6 milioni ed e’ rimasto al di sotto dei 18 milioni nel dicembre 2017, il livello piu’ basso registrato dal novembre 2008. Piu’ della meta’ della diminuzione della disoccupazione registrata nell’UE e’ stata raggiunta grazie alle diminuzioni in quattro paesi: Spagna, Italia, Francia e Polonia.

Sempre nello stesso periodo, anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha continuato a diminuire costantemente nell’UE e nell’area dell’euro.

Il tasso e’ diminuito nell’UE di 1,9 punti percentuali al 16,1% e di 2,4 punti percentuali al 17,9% nell’area dell’euro. Il tasso di disoccupazione giovanile e’ diminuito in tutti gli Stati membri tranne nel Regno Unito, dove e’ rimasto stabile. In forte calo in Italia e in Croazia mentre la Grecia rimane invece il paese con il piu’ alto tasso di disoccupazione giovanile nell’UE (40%)

AUMENTA LA DOMANDA DI LAVORO, IN PARTICOLARE NEI SERVIZI

Dalla relazione trimestrale emergono ulteriori dati relativi al mercato del lavoro che confermano il miglioramento dello stato di salute dell’economia nell’UE.

In particolare, la domanda di lavoro e il deficit di manodopera hanno continuato ad aumentare. Nel terzo trimestre del 2017 il tasso generale dei posti di lavoro vacanti nell’UE ha raggiunto il 2% ed e’ stato superiore nel settore dei servizi rispetto a quello dell’industria e delle costruzioni. Il deficit di manodopera e’ aumentato e le assunzioni sono in ripresa. L’indice di cessazione dei rapporti di lavoro e’ calato fino a raggiungere livelli ben al di sotto di quelli precedenti alla crisi, mentre l’indice degli avviamenti al lavoro ha registrato un’accelerazione della ripresa negli ultimi trimestri e si e’ avvicinato al valore precedente alla crisi.

 

COSTO DEL LAVORO

Il costo del lavoro per dipendente e il costo unitario registrano nel periodo una crescita piu’ marcata delle retribuzioni per dipendente (+1,2%). Di conseguenza il costo unitario nominale del lavoro (la misura delle pressioni inflazionistiche che spingono i costi) e’ aumentato dello 0,4%. Nell’eurozona la crescita nella retribuzione per dipendente si e’ attestata a un solido 1,7% ma, a causa di un aumento della produttivita’, il costo unitario del lavoro e’ diminuito allo 0,9% annuo, in calo rispetto al +1,4% del trimestre precedente. I paesi che mostrano gli aumenti piu’ consistenti nel costo unitario del lavoro sono: Bulgaria, Lituania e Romania.

 

PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO

La produttivita’ del lavoro nell’UE e’ migliorata pur se con una crescita modesta (+0,8%) sia in area Euro che non-Euro. Tuttavia i risultati di alcuni paesi dell’area non-Euro sono di gran lunga migliori come in Lettonia, Lituania, Polonia e Romania (+3% anno su anno).

 

A questo LINK è possibile consultare la relazione trimestrale pubblicata sulla rivista Employment and Social Development in Europe (ESDE) Quarterly Review

Aggiungi ai preferiti : Permalink.