OCSE / NON SOLO CRESCITA ANCHE INCLUSIONE SOCIALE

L’Ocse, nel suo ultimo rapporto sulle riforme fiscali dei Paesi aderenti all’organizzazione, nella parte inerente la tassazione sul lavoro, sollecita un cambio di passo nel modo in cui i governi affrontano le conseguenze della crisi economica. In particolare, si legge, i Paesi aderenti sono invitati ad utilizzare la leva fiscale per favorire la ridistribuzione ed incoraggia quindi a ridurre la tassazione sul lavoro intervenendo sui livelli, ancora alti, della contribuzione previdenziale. “Una crescita inclusiva, che non lasci indietro nessuno e che risani le diseguaglianze crescenti tra i vari Paesi, ma anche all’interno dei singoli Stati, in termini di reddito e distribuzione della ricchezza. E’ questo il nuovo obiettivo a cui i Paesi devono tendere. Una volta superata la fase piu’ emergenziale della crisi, l’enfasi deve passare dalla crescita in sè all’inclusione e alla prosperità sociale”.

 

La leva fiscale

Per assicurare prosperità sociale, l’Ocse ritiene dunque cruciale l’inclusione sociale, la decontribuzione come forma di riduzione del cuneo fiscale per i giovani e l’utilizzo della leva fiscale. Il rapporto passa in rassegna le varie misure di tipo fiscale adottate nei paesi dell’area negli ultimi anni. Quasi ovunque le tasse sono state utili per rilanciare l’economia. In Italia sono stati adottati super e iperammortamenti, e’ stata introdotta l’Iri al 24%, tagliando l’aliquota Iri, e’ stata abolita la Tasi, sono stati introdotti specifici incentivi per il rientro dei cervelli o tasse volte al trasferimento nel Paese dei ‘super-ricchi’. Secondo l’Ocse piu’ che a forme di reddito contro la poverta’, come per esempio il Rei, e’ la tassazione progressiva ad essere “centrale per la ridistribuzione e per aiutare a ridurre le ineguaglianze”. Riforme fiscali che contribuiscono a rafforzare la progressivita’ e la ridistribuzione giocheranno “un ruolo chiave” nel superare le grandi diseguaglianze odierne e “nel sanare il divario tra chi ha beneficiato della ripresa e chi no”.

 

Ocse stima in rialzo il pil Italiano

L’Ocse prevede inoltre che l’economia italiana crescerà dell’1,4% quest’anno e dell’1,2% nel 2018, contro l’1% e lo 0,8% rispettivamente stimati nell’Economic Outlook di giugno. Secondo l’agenzia di Parigi, il miglioramento delle prestazioni economiche del nostro Paese è “trainato dalla domanda interna, con la crescita dell’occupazione che aiuta i consumi privati”. Inoltre, “mentre gli investimenti fissi lordi sono cresciuti grazie ai nuovi incentivi fiscali, il credito bancario alle imprese non finanziarie ancora non e’ ripreso”. Sul fronte della banche l’outlook evidenzia che “i rischi a medio termine sono stati gradualmente indirizzati attraverso un mix di ricapitalizzazione del settore privato, di ricapitalizzazione precauzionale guidata dallo Stato e di risoluzione”. Assieme al Pil italiano, l’Ocse ha rivisto in rialzo di 0,4 punti anche quello della Francia, con una crescita che nel 2017 passa all’1,7%, seguita da una revisione di +0,1 punti per il prossimo anno a +1,6%.

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